La lentezza, la noia…

“La lentezza”, oltre ad essere un meraviglioso libro di Milan Kundera trovo che sia la condizione ottimale per una vita lunga e duratura.

Tutto veloce, tutto subito, anzi “ieri” ed è un affanno quotidiano.

“Il logorio della vita moderna” era lo slogan di una pubblicità antica, che ancora ricordo. Si, tutto questo correre senza fermarsi, piaceri indispensabili ridotti ad antipasti della vita e non a portate principali: qui non ci si gode più niente!

Eppure, basterebbe rallentare un attimo e sedersi su una panchina qualsiasi e guardarsi intorno per capire, che tutto scorre anche senza di noi.

Riscopriamo la noia, spegniamo tutti i suoni, ricerchiamo un silenzio tenue, rassicurante, provando a sentirci dentro, quasi a sincronizzare i pensieri col battito del nostro cuore.

C’è sempre tempo per fare tutto e ciò che non si riesce a fare oggi, lo si farà domani: dedichiamoci delle ore di qualità per fare ciò che ci piace.

Poi, un’altra cosa che mi lascia perplessa è l’uso della parola noia: in alcuni casi è quasi alla stregua di una bestemmia, del diavolo, dell’ Innominabile, perché non è produttiva, non serve a nulla, mentre in altri è usata a sproposito causa troppe sollecitazioni, delle esperienze (alcune determinanti per la crescita personale) bruciate in un soffio, non godute appieno.

Troppo presto, troppo in fretta.

Che dire? Non è semplice diminuire il passo con cui si affronta la giornata, però ci si può tentare cercando di ritagliarsi una manciata di minuti nelle ventiquattro ore, in cui darsi tregua, non pensare a niente e nessuno…amarsi un po’ significa anche questo!

“La velocità è la forma di estasi che la rivoluzione tecnologica ha regalato all’uomo” La lentezza “Milan Kundera”

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26 pensieri su “La lentezza, la noia…

  1. buona parte dei miei malesseri sono dovuti alla fretta che mi chiedono gli altri; non riescono a mettermi in ansia, ma creano in me una forzatura intollerabile, perchè sin da piccola sono abituata a pensare a lungo, a rimuginare su quanto ho da fare o da dire, per cui la fretta scombussola il mio bioritmo. E quasi sempre le cose non sufficientemente meditate si traducono in errori

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  2. Più che ricerca della lentezza – parlo per me – dovrei allontanarmi dalla frenesia.
    Ho sempre l’ansa delle cose da fare (anche oggi…) e non mi godo lo scorrere dei momenti perché “freneticamente” sono già proiettato a cosa fare dopo.
    Per cui io non ricerco la lentezza, ma la calma. Posso fare le cose anche in velocità, ma senza la consueta ansia che mi accompagna.

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