Adesso…o mai più!             [- 21 giorni]

Copertina del mio libro

Mancano esattamente 22 giorni alla fine della campagna di crowdfunding in cui vi ho fatto conoscere “Quando le lacrime si confondono con la pioggia”.

I 100 giorni a mia disposizione stanno per finire e vi spiegherò cosa succederà dopo: non avendo raggiunto le 200 copie prestabilite, il libro verrà stampato o mandato in versione e-book solo a chi ha fatto il preordine a dicembre.

In questo lasso di tempo il romanzo verrà editato da Bookabook, stampato e spedito.

Non ci sarà alcuna distribuzione nelle librerie e sparirà (almeno per un po’).

I diritti del mio libro torneranno a me è sarò io a deciderne la sorte.

Quindi, se vi ha incuriosito, se vi ha toccato particolarmente e siete indecisi, avete 22 giorni per pensare se preordinarlo o no.

Non è una spinta ad acquistarlo.

Faccio chiarezza, come sono abituata a fare.  

Ringrazio tutti quelli che si sono addentrati nella lettura della bozza non editata, che ho messo a dispozione dopo il preordine, chi mi ha dato fiducia e lo leggerà a dicembre, chi si è fatto intrigare, e chi si è sentita un po’ Penelope e a volte Emma.

Il link per il preordine:

https://bookabook.it/libro/quando-le-lacrime-si-confondono-con-la-pioggia/

Lascio il link di alcuni estratti pubblicati in questi giorni:

Sempre… Low🖤

Le musiche di “Quando le lacrime si confondono con la pioggia”

Immagine di copertina

Io, quando scrivo ascolto musica, la Mia Musica.

Per tutta la stesura del romanzo il mio sottofondo è stato l’album dei Foo Fighetrs “Wasting light” uscito nel 2011. La particolarità d’incisione è stata l’uso “vecchia scuola” della registrazione analogica allestendo lo studio nel garage di casa del frontman Dave Grohl: un suono sporco, dove si possono percepire particolari incredibili, i pregi dell’imperfezione.

Foo fighters – Wasting Light

Non avrei mai potuto lasciare le mie protagoniste senza la musica, una colonna sonora che fa da cornice a momenti particolari della narrazione.

Un pezzo a cui sono particolmente affezionata è “Il mio dolore” dei Kina, un omaggio personale ad un mondo che ho attraversato lasciandomi segnare volontariamente.

Kina – Il mio dolore

Ecco il testo riproposto anche nel libro:

Paura di svegliarsi un giorno
e capire di avere sbagliato tutto,
Paura di sentirsi solo
e di non essere capito
paura di non riuscire a fare
quello che ho in mente

Oh oh il mio dolore
Oh oh il mio terrore
Oh oh il mio dolore                               Oh oh il mio terrore

Di quello che faccio,di quello che vedo
di quello in cui io credo
il mio dolore di sentirmi morire
nei miei sogni senza colori

Paura dentro il cuore
di non riuscire più a rivedere il sole
Quando è la vita che ami sopra ogni cosa
ti senti dentro la morte.

Ma poi c’è bisogno di magia, di pensare e riflettere lasciando, che le parole con la musica avvolgano completamente l’aria:

Foo fighters – Still

La quiete dura poco, perché non sempre le cose vanno a nostro piacimento: il ritmo s’innalza e scavalca barricate.

Un testo e un titolo che non lascia nessun dubbio:

Negrita – Non ci guarderemo indietro mai

Questo, invece è un perno importantissimo, il pezzo dell’album sopracitato più rappresentativo:

Foo Fighters – I should have know

…e nessuno è immune a niente…nessuno


Beck – Everybody’s got to learn sometime

Mancano 35 giorni al termine della campagna di crowdfunding, e se v’incuriosisce sapere cosa succederà a Penelope nel momento in cui parte la musica, vi lascio il link del preordine:

https://bookabook.it/libro/quando-le-lacrime-si-confondono-con-la-pioggia/

E qui ci sono i tre estratti:

Primo, secondo, terzo estratto, e recensione

Vostra Low🖤

Terzo estratto da “Quando le lacrime si confondono con la pioggia”

TERZO ESTRATTO

È mattina quando arrivano a Roma, e salutato Manuel prosegue verso il loft.

Nell’atrio l’attende il portiere sorridente:

«Buongiorno Signora Penelope, i suoi bagagli sono già arrivati. Ha fatto un buon viaggio?»

«No. Non voglio essere disturbata da niente e nessuno per i prossimi due giorni.»

Senza salutare, sale in ascensore desiderosa di casa. Ormai stanca, in down, spegne il cellulare, butta la borsa sul divano, attraversa la sala, e si spoglia strada facendo tuffandosi tra le lenzuola profumate di sandalo con la mascherina sugli occhi.

Dopo quasi dodici ore di sonno si risveglia con la gola secca, la bocca cementata e la testa pesante. Il loft è buio, in silenzio e la pioggia battente picchietta sulle finestre lasciandosi scivolare lentamente sui vetri. Cammina a piedi nudi verso il salone con indosso solamente una tunica accendendo candele e ceri in ogni nicchia diretta in cucina.

– Bentornata bambina mia, domani sarò da Gilda. Ti lascio frutta fresca e qualche stuzzichino. Prenditi cura del tuo corpo e sazia lo spirito. I nuovi colli sono sistemati in atelier. –  Guenda

Il biglietto appoggiato sul marmo bianco è una consuetudine di ogni ritorno a casa. Pepe ha sentito spesso parlare di questa Eva, ma per un motivo o per un altro non è mai riuscita a vederla.

Smangiucchia qualche acino d’uva e taglia una microscopica fetta di tortino, ma ancora addormentata non si rende conto di aver affettato anche il suo dito. La vista di tutto quel rosso insieme al coltello le procurano una morsa allo stomaco, un flashback doloroso: il viso di lui macchiato da gocce del suo sangue. Lascia cadere il coltello con gli occhi sbarrati e le mani tremolanti cercando di tamponare la ferita con un tovagliolo. Con la mano avvolta malamente arranca verso una qualsiasi bottiglia di alcol e ne tracanna enormi sorsate buttandone un po’ anche sul taglio.

Allontana la faccia di Riccardo dopo mezzo litro di vodka.

Esce in veranda per farsi ripulire con la faccia verso il cielo, mentre le lacrime si confondono con la pioggia e lentamente lavano via ogni traccia di ricordo.

Il suo cuore va ancora all’impazzata. Pepe con una mano sulle cicatrici continua a parlarsi per cercare uno spiraglio di luce in questo lungo tunnel buio:

«È tutto passato, sei viva e lontana da lui. Al sicuro. Non ti troverà mai, non sa dove sei, l’hai sconfitto!»

Completamente zuppa d’acqua dopo dieci minuti respira normalmente ritrovando la calma, passeggia ancora un po’ per far cessare il tremore e la crisi di panico.

Rientra in casa gocciolando ad ogni passo.

Si asciuga, ma il silenzio è una cassa d’espansione per i pensieri accendendo della musica per mescolarli e confonderli.

Deve tenersi occupata.

Questo è il terzo estratto del mio libro: un altro tassello che serve per comporre il puzzle, un altro pezzo importante nella vita di Penelope, la protagonista.

Qui troverete il primo e il secondo estratto che ho pubblicato:

Lascio il link per il preordine dove c’è la sinossi, le prime pagine del libro, e per chi preordina ho incluso l’opzione di lettura integrale del testo non editato:

https://bookabook.it/libro/quando-le-lacrime-si-confondono-con-la-pioggia/

Mancano 40 giorni alla fine della campagna di crowdfunding e mi stanno tornando delle belle emozioni da chi ha deciso di avventurarsi nella lettura grezza del libro.

La prima recensione è quella di Giusi che lascio qui sotto per la lettura:

Vostra Low🖤

Hemingway è morto…

Immagine personale

La promozione del libro mi ha catapultato nel magico mondo dell’editoria.

Un luogo non luogo a me sconosciuto con tante cose da imparare, capire e schivare.

Che cosa sto apprendendo da questa esperienza? Non so bene.

Posso dire di aver conosciuto persone fantastiche che hanno iniziato ad interessarsi a ciò che scrivo, altre da cui stare a debita distanza, ma come gira e funziona l’editoria è un mistero.

Ho sempre avuto questa visione poetica e romanzata dello scrittore: una persona schiva, con fogli di carta e penna che seduto ad un tavolino del bar osserva l’umanità che passa, che pulsa di vita, e da qui ruba personaggi e storie.

“Festa mobile” di Hemingway, mi ha dato questa fotografia in bianco e nero, mentre nel terzo millennio avere un libro da pubblicare diventa una progettazione a tavolino fredda e calcolatrice.

Nel mio caso specifico non lo è stato: ho la mia campagna di crowdfunding e una volta finita, è finita, ma se vuoi inserirti nella filiera editoriale devi sottostare a regole ben precise o autopubblicarti.

Pensavo che bastasse avere amore per la scrittura, scrivere e pubblicare, ma non è così. Nel mezzo, tra la parola “fine” e la pubblicazione, c’è un percorso ad ostacoli da affrontare molto tortuoso.

La cosa più triste è il giudizio degli altri autori: se fai la malaugurata esperienza di iscriverti a gruppi di scrittori emergenti, amanti della scrittura, odiatori di un mondo editoriale piuttosto che di un altro, capisci che il romanticismo di Heminguay va a finire dritto dentro al cesso.

A questo punto non è sufficiente scrivere e amare la scrittura: serve anche avere un carattere abbastanza forte per non farsi scoraggiare dal giudizio e dalle offese con il preciso intento di demoralizzarti per venderti un corso di scrittura creativa, un editing, uno spazio pubblicitario, un qualsiasi prodotto per farti diventare un grande scrittore.

E un’altra riflessione: posso capire il dare consigli, suggerimenti, offrire esperienza, ma denigrare, burlarsi dell’autore e sbeffeggiarlo per cattiveria e supponenza, no…non lo accetto.

L’Italia è un paese di navigatori, poeti e …scrittori…tantissime persone che vicino al cognome aggiungono la parola “scrittore, autore”, e poi vai a leggere le loro pubblicazioni con il risultato di farti sanguinare gli occhi dalla pochezza dei contenuti e dalla prevedibilità della trama.

Il mio pensiero è diverso: non tutti hanno il dono di saper scrivere, o come dice Paola P. “una bella penna”.

Certo, ci si può lavorare facendo esercizio, scrivendo e scrivendo, ma devi avere già un qualcosa di tuo, una predisposizione, come in qualsiasi forma d’arte.

Tutto questo costruire, tagliare, uniformare, piallare non mi piace, perché è come se truccassi i visi emaciati di Schiele, o colorassi i girasoli gialli di Van Gogh di viola: non si fa, non è sano.

Hemingway è morto, e con lui la bellezza di poter scrivere senza necessariamente omologarsi agli standard dettati dal mercato.

Le librerie sono stipate di tantissimi libri, ma siamo sicuri che la quantità sia positiva o vada ad intaccare la qualità?

Bisogna fare i numeri…chi lo dice, una statistica, il mercato?

Allora, io scelgo il mio: sono il numero zero, che da solo non vale nulla ma ha infinite possibilità di uso.

“Avevo già imparato a non svuotare mai il pozzo della mia fantasia, ma a fermarmi sempre quando c’era qualcosa, là in fondo, e a lasciare che tornasse a riempirsi durante la notte con l’acqua delle sorgenti che lo alimentavano.”

Da “Festa mobile”

Il libro che ho scritto s’intitola “Quando le lacrime si confondono con la pioggia” e potete trovarlo in preordine ancora per qualche settimana qui:

https://bookabook.it/libro/quando-le-lacrime-si-confondono-con-la-pioggia/

Primo & Secondo estratto  di “Quando le lacrime si confondono con la pioggia”

Copertina libro

IL PRIMO ESTRATTO:

….

A piedi nudi su tappeti pregiati, si affaccia in veranda sorseggiando la tisana diuretica, mentre gli occhi liberi da filtri si perdono nell’orizzonte. Un particolare cattura il suo sguardo: una costruzione con due torri sovrasta le altre ed un guizzo di lucidità attraversa la mente:

«La cattedrale di Nôtre Dame! Cosa mi ricorda? »

Come una furia torna in camera, apre la borsa da viaggio lanciando per aria ciò che non le serve e trova il Moleskine rimasto a riposo per tutta la permanenza a Parigi. Lo sfoglia ed ecco lì l’oggetto del suo desiderio: la foto del gargoyle.

Penelope colta da uno stato di eccitamento, decide che vuole andare là, salire in cima, guardare la città come ha fatto la protagonista del diario, e una forza incontrollata la spinge verso la cattedrale.

Mezz’ora ed esce dall’hotel senza autista camminando per le strade già imbrattate d’autunno: macchina fotografica, occhiali scuri, guanti con stola e zuccotto coordinati in angora, senza rinunciare al tacco a spillo.

È pomeriggio, ma il cielo plumbeo si prepara per la notte. Finalmente arriva ai piedi della cattedrale e davanti alla facciata rimane senza fiato soggiogata dalla sua maestosità.

Fa la fila per entrare, paga il biglietto come i comuni mortali e dépliant alla mano cerca quello che l’ha ossessionata per tutto il tragitto. Segue le indicazioni contenute prendendo la scala nord per imboccare “la galleria delle chimere”, e trecentottanta sei scalini dopo, in debito d’ossigeno, eccoli: i gargoyles!

Appoggia le mani sulle ginocchia per riprendere fiato.

Passato l’affanno sfila dalla tasca la foto, che gira cercando informazioni e trova una minuscola scritta: “messaggio per i posteri”, che non comprende.

Li passa uno ad uno, in tutto sono cinquantaquattro, e trova quello giusto.

L’osserva con attenzione ricordandosi la frase, convinta che qualcosa ci sia: tra un mattone e l’altro, sotto il basamento vede un minuscolo angolo bianco che sporge. Pepe si guarda intorno, assicurandosi di essere sola, e con le unghie riesce ad estrarre il pezzo di carta graffiandosi lo smalto rosso, ma poco importa perché ha quello che cercava!

«Lo ha lasciato lei!», pensa ad alta voce, mentre accartoccia il bigliettino nel palmo della mano e si apparta per aprirlo. La grafia è la stessa della foto:

“LA VITA È UN’INFINITA PARTITA DI SCACCHI”   EMMA

Lo ripiega con cura e lo mette in tasca.

Sorride Penelope, mentre guarda la linea del tramonto, trovando Parigi per la prima volta affascinante, con le case spigolose, asimmetriche e i piccoli giardini sospesi. Gli occhi languidi per l’emozione divorano ogni particolare sospendendo la sua inquietudine a mezz’aria, mentre imprigiona quell’istante in una serie di foto.

Ormai è sera: il cielo è una tavolozza di sfumature grigio-argento che copre la lenta dipartita del pallido sole. Ridiscende i piccoli gradini ed esce camminando all’indietro per fissare nella sua mente tutta la magnificenza di Notre Dame, mentre stringe la stola al collo per proteggersi da una folata di vento.

Una sigaretta dopo l’altra, con passo lento, la stylist torna in hotel sentendo che è viva, il cuore batte ancora, e il baratro verso dove s’incamminava è un po’ più lontano.

Una grande vittoria, un piccolo rifugio per respirare.

… (continua)

IL SECONDO ESTRATTO:

Trova una foto incollata e legge:

–  LA CASA COL PIERCING. IL NOSTRO   PRIMO BACIO.  J. –

La guarda con attenzione provando una sensazione di dejà vu, che svanisce lasciando spazio al motivo in sottofondo, ai brividi che le attraversano l’anima ed al profumo dei suoi giorni felici.

«Le tele!», e in uno stato semi ipnotico si ritrova a mescolare i colori insieme all’olio di lino con quell’odore intenso, penetrante, che collima la stanza e risveglia i sensi da molto tempo atrofizzati.

Penelope annusa, e quasi bruscamente torna a ritroso nel tempo quando tutto era una scoperta, bianco da sporcare, da sfiorare dolcemente, e le strade erano un’incognita, ma si poteva scegliere o solo sedersi a riposare pensando alla prossima mossa sempre con schiena dritta e testa alta, rigenerata per la prossima battaglia.

Come si è spezzata in fretta la sua schiena e quante volte ha calato la testa!

Con un lieve movimento intinge il pennello nel colore ritrovando un senso di appartenenza in quel gesto mai dimenticato, e dipinge per diverse ore senza prestare attenzione a nulla.

Le sue mani sporche, oleose, il pavimento usato come sgocciolatoio e l’abito completamente inzuppato di macchie multicolore lasciano Pepe indifferente, così come il silenzio e la notte ormai travestita da giorno. Con le ginocchia anchilosate si alza per vedere cosa ha creato inciampando sulla bottiglia ormai vuota di Möet.

Queste tele, una di fianco all’altra narrano una storia, un frammento di lei, di chi era.

Non trattiene il pianto.

Afferra le forbici dal tavolo e le trafigge tutte, violentemente, annebbiata dall’ira e dalle lacrime.

Cammina per il loft cercando un appiglio qualsiasi per scaricare la tensione senza smettere di singhiozzare e si sofferma davanti allo specchio appoggiando le mani, quasi per sorreggersi:

«Sei proprio un’ingenua, le tue ferite sanguineranno sempre!»

Toglie l’abito e con le dita imbrattate ricalca le cicatrici accarezzandole.

S’inginocchia lentamente lasciandosi cadere e rannicchia il suo esile corpo tremante, seminudo, macchiato.

…(continua)

Questi sono due pezzettini del libro a cui tengo particolarmente, perni su cui ruotano emozioni forti, grandi passi…uno avanti, l’altro un tonfo nel passato di Penelope.

https://bookabook.it/libro/quando-le-lacrime-si-confondono-con-la-pioggia/

Una volta preordinato ho messo a disposizione l’intero libro non editato per permettere a chi non vuole attendere la consegna, di poterlo leggere.

Grazie di cuore a chi mi sta dimostrando che era giusto lasciarlo andare e  condividerlo con tutti voi…

Vostra Low🖤

Primo & Secondo estratto con codice sconto di “Quando le lacrime si confondono con la pioggia”

IL PRIMO ESTRATTO:

….

A piedi nudi su tappeti pregiati, si affaccia in veranda sorseggiando la tisana diuretica, mentre gli occhi liberi da filtri si perdono nell’orizzonte. Un particolare cattura il suo sguardo: una costruzione con due torri sovrasta le altre ed un guizzo di lucidità attraversa la mente:

«La cattedrale di Nôtre Dame! Cosa mi ricorda? »

Come una furia torna in camera, apre la borsa da viaggio lanciando per aria ciò che non le serve e trova il Moleskine rimasto a riposo per tutta la permanenza a Parigi. Lo sfoglia ed ecco lì l’oggetto del suo desiderio: la foto del gargoyle.

Penelope colta da uno stato di eccitamento, decide che vuole andare là, salire in cima, guardare la città come ha fatto la protagonista del diario, e una forza incontrollata la spinge verso la cattedrale.

Mezz’ora ed esce dall’hotel senza autista camminando per le strade già imbrattate d’autunno: macchina fotografica, occhiali scuri, guanti con stola e zuccotto coordinati in angora, senza rinunciare al tacco a spillo.

È pomeriggio, ma il cielo plumbeo si prepara per la notte. Finalmente arriva ai piedi della cattedrale e davanti alla facciata rimane senza fiato soggiogata dalla sua maestosità.

Fa la fila per entrare, paga il biglietto come i comuni mortali e dépliant alla mano cerca quello che l’ha ossessionata per tutto il tragitto. Segue le indicazioni contenute prendendo la scala nord per imboccare “la galleria delle chimere”, e trecentottanta sei scalini dopo, in debito d’ossigeno, eccoli: i gargoyles!

Appoggia le mani sulle ginocchia per riprendere fiato.

Passato l’affanno sfila dalla tasca la foto, che gira cercando informazioni e trova una minuscola scritta: “messaggio per i posteri”, che non comprende.

Li passa uno ad uno, in tutto sono cinquantaquattro, e trova quello giusto.

L’osserva con attenzione ricordandosi la frase, convinta che qualcosa ci sia: tra un mattone e l’altro, sotto il basamento vede un minuscolo angolo bianco che sporge. Pepe si guarda intorno, assicurandosi di essere sola, e con le unghie riesce ad estrarre il pezzo di carta graffiandosi lo smalto rosso, ma poco importa perché ha quello che cercava!

«Lo ha lasciato lei!», pensa ad alta voce, mentre accartoccia il bigliettino nel palmo della mano e si apparta per aprirlo. La grafia è la stessa della foto:

“LA VITA È UN’INFINITA PARTITA DI SCACCHI”   EMMA

Lo ripiega con cura e lo mette in tasca.

Sorride Penelope, mentre guarda la linea del tramonto, trovando Parigi per la prima volta affascinante, con le case spigolose, asimmetriche e i piccoli giardini sospesi. Gli occhi languidi per l’emozione divorano ogni particolare sospendendo la sua inquietudine a mezz’aria, mentre imprigiona quell’istante in una serie di foto.

Ormai è sera: il cielo è una tavolozza di sfumature grigio-argento che copre la lenta dipartita del pallido sole. Ridiscende i piccoli gradini ed esce camminando all’indietro per fissare nella sua mente tutta la magnificenza di Notre Dame, mentre stringe la stola al collo per proteggersi da una folata di vento.

Una sigaretta dopo l’altra, con passo lento, la stylist torna in hotel sentendo che è viva, il cuore batte ancora, e il baratro verso dove s’incamminava è un po’ più lontano.

Una grande vittoria, un piccolo rifugio per respirare.

… (continua)

IL SECONDO ESTRATTO:

Trova una foto incollata e legge:

–  LA CASA COL PIERCING. IL NOSTRO   PRIMO BACIO.  J. –

La guarda con attenzione provando una sensazione di dejà vu, che svanisce lasciando spazio al motivo in sottofondo, ai brividi che le attraversano l’anima ed al profumo dei suoi giorni felici.

«Le tele!», e in uno stato semi ipnotico si ritrova a mescolare i colori insieme all’olio di lino con quell’odore intenso, penetrante, che collima la stanza e risveglia i sensi da molto tempo atrofizzati.

Penelope annusa, e quasi bruscamente torna a ritroso nel tempo quando tutto era una scoperta, bianco da sporcare, da sfiorare dolcemente, e le strade erano un’incognita, ma si poteva scegliere o solo sedersi a riposare pensando alla prossima mossa sempre con schiena dritta e testa alta, rigenerata per la prossima battaglia.

Come si è spezzata in fretta la sua schiena e quante volte ha calato la testa!

Con un lieve movimento intinge il pennello nel colore ritrovando un senso di appartenenza in quel gesto mai dimenticato, e dipinge per diverse ore senza prestare attenzione a nulla.

Le sue mani sporche, oleose, il pavimento usato come sgocciolatoio e l’abito completamente inzuppato di macchie multicolore lasciano Pepe indifferente, così come il silenzio e la notte ormai travestita da giorno. Con le ginocchia anchilosate si alza per vedere cosa ha creato inciampando sulla bottiglia ormai vuota di Möet.

Queste tele, una di fianco all’altra narrano una storia, un frammento di lei, di chi era.

Non trattiene il pianto.

Afferra le forbici dal tavolo e le trafigge tutte, violentemente, annebbiata dall’ira e dalle lacrime.

Cammina per il loft cercando un appiglio qualsiasi per scaricare la tensione senza smettere di singhiozzare e si sofferma davanti allo specchio appoggiando le mani, quasi per sorreggersi:

«Sei proprio un’ingenua, le tue ferite sanguineranno sempre!»

Toglie l’abito e con le dita imbrattate ricalca le cicatrici accarezzandole.

S’inginocchia lentamente lasciandosi cadere e rannicchia il suo esile corpo tremante, seminudo, macchiato.

…(continua)

Questi sono due pezzettini del libro a cui tengo particolarmente, perni su cui ruotano emozioni forti, grandi passi…uno avanti, l’altro un tonfo nel passato di Penelope.

Vi ricordo che fino a domani c’è lo sconto del 15% sul preordine e vi lascio il link dove potete leggere l’inizio del libro, e la sinossi.

https://bookabook.it/libro/quando-le-lacrime-si-confondono-con-la-pioggia/

Una volta preordinato ho messo a disposizione l’intero libro non editato per permettere a chi non vuole attendere la consegna, di poterlo leggere.

Grazie di cuore a chi mi sta dimostrando che era giusto lasciarlo andare e  condividerlo con tutti voi…

Vostra Low🖤

Un nuovo codice sconto per “Quando le lacrime si confondono con la pioggia”

Immagine di copertina

Dal 30 marzo al 1 aprile, c’è un codice sconto dedicato “PASQUA24” (-15%) per il preordine di “Quando le lacrime si confondono con la pioggia”.

E, che cos’è?

Per chi non lo sapesse ancora, è il libro che ho scritto, che ho amato, odiato e curato.

Una settimana fa ho dato la possibilità di poter leggere la bozza integrale del libro dopo aver effettuato il preordine, (la consegna del libro è a dicembre per permettere l’editing e la stampa) e ho ricevuto un sacco di risposte diverse.

Sono molto felice di chi aspetta per averlo tra le mani a dicembre, e di chi, mi ha detto che ne leggeva qualche pagina, ma non è riuscito a smettere, o  di chi si è sentita a sprazzi Penelope, a momenti Emma provando le medesime sensazioni, e c’è anche chi lo legge e ogni tanto si “affaccia” e dice.

Ringrazio sempre tutti per l’affetto, perché si scrive per amore di una storia, per la necessità quasi fisiologica di raccontarla, e se chi legge viene coinvolto, e travolto…vuol dire che era giusto scriverla.

Lascio il link per curiosare nella pagina dedicata: la sinossi, l’inizio del libro, e le motivazioni che mi hanno dato la spinta a cominciare il viaggio…

https://bookabook.it/libro/quando-le-lacrime-si-confondono-con-la-pioggia/

Anticipiamo la lettura del libro? Adesso si può…

Quando le lacrime si confondono con la pioggia

Ho deciso, visto che c’è questa opzione, di far uscire la bozza di tutto il libro non editata di “Quando le lacrime si confondono con la pioggia”.

Potete leggerlo in versione integrale dopo aver fatto il preordine, e ovviamente chi lo ha già preordinato lo troverà una newsletter nelle mail.

Il libro arriverà comunque a dicembre!

Mi è sembrata la cosa più giusta da fare.

Troverete tutto lo splendore della mia imperfezione, quindi sono felice.

Non ho altro da aggiungere se non…

…Buon viaggio e buona lettura a chi vorrà anticipare ciò che arriverà a dicembre.

Commenti, critiche, giudizi, sono sempre ben accetti.

Per chi non sa di cosa sto parlando, il link del mio libro è questo dove c’è la sinossi, l’inizio del libro e il perché l’ho scritto:

https://bookabook.it/libro/quando-le-lacrime-si-confondono-con-la-pioggia/

Low🖤

Il mio libro in preordine…

La prima pagina

-74 giorni.

La campagna di crowdfunding è cominciata da qualche giorno.

Di che cosa parla il libro?

Parla di amicizia, un legame così forte che smuove forze e montagne, di riscatto e ribellione, perché le persone non possano abusare di noi senza essere in qualche modo fermate.

S’intrecciano storie e nulla è realmente come sembra.

Questo libro è una canzone, una melodia che ti rimane in testa e continua a girare in loop, è Parigi, New York e due città italiane, è sangue, amore.

C’è tanto racchiuso in poco più di 200 pagine e i personaggi sono così veri, che ad un certo punto della narrazione pensi che esistano davvero…

Lascio il link per il preordine dove potete trovare le prime pagine del libro, la sinossi, le recensioni fatte da persone amorevoli:

https://bookabook.it/libro/quando-le-lacrime-si-confondono-con-la-pioggia/

Questo è il primo estratto:

Una delle tante canzoni contenute nel libro

“Nevermind whats done is done
Always was a lucky one”

Da “Still”

Vostra Low🖤

“Perché ho scritto questo libro?” & Primo estratto…

Foto personale

Domandona, eh!

Aprendo il link del preordine del mio libro, sotto alla sinossi si trova questa domanda a cui ho risposto, ma le poche righe a disposizione non mi hanno permesso di fare la logorroica come sono di solito.

Dieci anni sono tanti in compagnia di una tua creatura, che cresce lievitando a poco a poco, senza ansia da prestazione, senza paura del giudizio altrui, senza paletti, confini e censure.

Le protagoniste, Penelope e Emma hanno fatto tutto da sole: la loro voce era chiara, a volte così forte da sovrastare il resto, perché volevano essere ascoltate e raccontate.

E così ho fatto.

Il titolo potrebbe essere ingannevole, perché molto spesso le lacrime sono etichettate come il simbolo della debolezza, di una sconfitta.

Tra queste pagine, tra una riga e l’altra, negli spazi bianchi trovate ciò che non ho scritto: le vostre emozioni nel leggere, tutte le vostre paure, uno specchio che riflette ciò che siete, cosa state provando.

È così facile perdersi in un libro: io lo faccio sempre e non ne esco all’ultima pagina, ma rimango incastrata nella vita dei protagonisti, quasi per non lasciarli andare via.

Non è un’ autobiografia, come molti mi hanno chiesto in questi anni.

Il viaggio è stato lungo e non sempre piacevole, perché le tematiche trattate sono importanti e attuali, rispecchiano il mio modo di pensare, di vivere e di reagire.

Sembra strano, ma ho fatto fatica a lasciarlo andare, a donarlo al pubblico di lettori, che vorranno misurarsi con la vita di Penelope, le sue vite, la sua storia.

Ci sono molte motivazioni per scrivere un libro: la mia è stata di necessità, ne avevo bisogno, nella speranza che possa aiutare, che possa far riflettere, sorridere e far commuovere chi lo leggerà.

È intenso, denso e poco politicamente corretto…perché la vita non lo è?

Non mi andava di mettere filtri o edulcorare…la vita non lo fa!

Penelope, Emma, Riccardo, Guendalina, e molti altri personaggi vi aspettano qui dentro, con la loro voglia di raccontarsi, di far specchiare e brillare le loro parole all’interno della vostra anima.

La mia musica è parte integrante delle parole usate. L’album che ho ascoltato, che ho consumato è stato “Wasting light” dei Foo Fighters” e molti altri pezzi cari al mio cuore.

Solo amore…

Vi lascio il link, dove troverete la sinossi (che è solo il principio), le prime pagine del libro, e una frase… ma chi è Esmeralda?

https://bookabook.it/libro/quando-le-lacrime-si-confondono-con-la-pioggia/

Questo è il primo estratto dal libro:

Vostra Low🖤