Non ho ancora capito bene cosa si aspetti il mondo da noi. Parlo di ciò che vorrebbero che fossimo le pubblicità, i media, e qualsiasi cosa sia immagine.
Le persone no! A chi ci ama andiamo bene così, con i nostri difetti, le crepe, le cicatrici, i capelli arruffati, la camicia abbottonata saltando un bottone.
La pubblicità è una cosa che non guardo mai, perché mi annoia, eppure l’altra sera sono stata catturata da questo video di una famiglia tipo, in una casa tipo, con figli tipo.
Smettetela subito! Siete irritanti!
Sì, perché nessuno e dico nessuno ha quello standard di perfezione lì…impossibile!
Perché dovete farci sentire dei mediocri confusionari e casinisti solamente per la nostra quotidianità?
La cosa bella della TV è il potere di guardare o meno, ma siamo bombardati ovunque da questo modello di perfezione inesistente.
Cartelloni pubblicitari, internet, TV, ci mostrano una realtà falsata, un mondo di marketing aggressivo e destabilizzante. Non riguarda solamente la sfera di abitazione, lavoro e tempo libero, ma anche la nostra persona.
Per le donne, poi è un bagno di sangue tra skincare e peli si o peli no, dimagrire, potenziare, truccarsi, vestirsi in modo appropriato, ecc…
Io non ce la posso fare! Non mi interessa farlo, per una semplice ragione:
LA PERFEZIONE NON ESISTE!
Ognuno sceglie ciò che lo fa stare meglio, ed è giustissimo, a meno che questo non diventi una frustrazione, un monito all’omologazione, perché “se non rientro in questi parametri non sarò accettato dalla società”.
Questo atteggiamento va per la maggiore e mi spaventa: abbiamo cancellato i tratti somatici con dei fondotinta che sembrano stucchi veneziani, lisciato i capelli con piastre alle microsfere di cera, mangiamo cose che hanno sapore di una scatola di cartone per dimagrire, ottimizziamo il tempo per è tutto una corsa al massacro incastrando la palestra nella pausa pranzo, andando a correre prima di colazione, bruciando energie ancor prima di aprire gli occhi, per raggiungete il bramato standard sociale.
La frase “lo fanno tutti” mi rende inquieta, perché io voglio essere nessuno!
Mi rattrista vedere faticare per ottenere un’esteriorità di comunità, indebitarsi per l’ultimo modello di telefonino,o per andare in vacanza perché i colleghi possano ammirare, sul tuo profilo social, dove sei stato, cos’hai fatto, cos’hai mangiato.
Quando siamo finiti nel baratro delle ovvietà tristi? Quando abbiamo smesso di pensare, che essere unici sia un difetto di produzione?
Le pareti beige, la pelle beige, il cardigan beige…viviamo in una mezza nuance!
Ho una personalità spigolosa, vesto prevalentemente di nero, non uso le mezze misure, non mi trucco, e se ho un brufolo lascio che faccia il suo decorso, ho le rughe dei miei 46 anni, la mia casa, seppur pulita, sembra non apprezzare l’ordine, le pareti di casa sono di colori diversi, i muri pieni di quadretti un pochino storti.
Sono ancora viva…e felice.
P.s. Se il problema in soldoni è cosa possano pensare gli altri e farne argomento di discussione nella loro vita incolore e insapore, va bene e non m’interessa minimamente!