Paure,Psicosi, Scaramanzia, Manie & Co.

Immagine personale “su coccu” amuleto sardo

Da piccini, (almeno quelli della mia generazione) il deterrente più gettonato per paralizzarci e non farci fare cose era “l’uomo nero”: questa losca figura nascosta nel buio che veniva nominata da genitori e nonni ad oltranza.

Crescendo, abbiamo scoperto che non esisteva, ma qualcuno di noi ha ancora paura dell’oscurità e dorme con la luce accesa.

Traumi infantili ne abbiamo?

Trovo che la paura dell’ignoto in qualsiasi forma, per molti sia castrante, mentre ad altri dà una scarica di adrenalina talmente goduriosa da renderli dipendenti, perché è una droga potente: fu così che furono creati gli sport estremi o qualsiasi cosa pericolosa procuri quella sensazione.

In soldoni: ti puzza la vita, eh!

Affrontare situazioni nuove, prove difficili ci può spaventare, e se a questo si aggiunge la cara vecchia amica ansia, è un delirio!

Non credo ci sia una formula alchemica che possa sconfiggere l’ansia da prestazione, se non un paio di shot con dentro tequila.

Allora che si fa?

Ci si butta, anche senza rete: se va bene, si cade in piedi, se va meno bene sono facciate a terra, e ci si ritira in un religioso silenzio a curarsi le ferite.

Possiamo però giocare una vecchia carta che non passa mai di moda: la scaramanzia o le manie in ordine sparso.

La cravatta portafortuna per i colloqui, camminare senza pestare le righe delle mattonelle, aprire o chiudere le porte contando il numero di volte con cui si tira su e giù la maniglia, non salire sulle grate della ventilazione, non prendere l’ascensore, fare un risvolto alla manica di un indumento quando s’incontra qualcuno che pensiamo possa guardarci di mal occhio: a ognuno il suo!

Chi non ha un gesto scaccia negatività?

Carro funebre vuoto o pieno, gatto nero che attraversa la strada, specchio rotto, non passare sotto le scale, rovesciamento di sale o olio, ecc…

Il Sardegna viene regalato un braccialettino intrecciato di colore verde con aggancio in oro, da allacciare al braccino sinistro del neonato per proteggerlo dal malocchio.

È retaggio culturale, dipende dalle nostre origini, dalle pratiche che usavano i nostri nonni o la famosa zia, che con paroline e gesti antichi come il mondo “ti segnava” per toglierti quel mal di testa che non passava.

Tutto comunque lecito,e ci si può credere o meno, ma sicuramente male non fa e la psiche ne guadagna autoconvincendosi di essere in qualche modo schermati da quella parolina che è meglio non nominare: m…….o!

Anche la protagonista di “Quando le lacrime si confondono con la pioggia”, il mio libro, si è scontrata con uno spicchio di questo mondo. Lascio il link per il preordine:

https://bookabook.it/libro/quando-le-lacrime-si-confondono-con-la-pioggia/

25 pensieri su “Paure,Psicosi, Scaramanzia, Manie & Co.

  1. Personalmente non sono scaramantica, i gatti neri li trovo molto affascinanti, sotto alle scale non ci passo soltanto per il timore che possa cadermi qualcosa addosso. In quanto a altri generi di timori e ansie credo che nessuno ne siamo esenti o per lo meno lo sia soltanto una piccola minoranza. Buon inizio settimana cara Simo 💙

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  2. Io adoro camminare sulle grate sin da bambina – ciò significa che lo faccio ancora – e non posso parlare di vere e proprie superstitizioni ma, a volte, in casi in cui desidero che una certa cosa vada in un certo modo – in momenti di disperazione prevalentemente – mi affido a dei rituali semplici, stupidi persino. E l’ansia… È la mia più grande nemica!

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  3. Mi piacciono i gatti compresi quelli neri, passo senza problemi sotto una scala aperta, e non porto amuleti, attendo paziente la sfiga che puntuale arriva per ogni mortale. Però ho antipatia per un numero che ruota attorno a cose spiacevoli. E quando posso evito di nominarlo e scriverlo.

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